IL COLLOQUIO

come aderire al servizio Florinet 

L'importanza di consultare l'esperto 

 risponde Liliana Gimenez Haas - gimenez@libero.it

 

Il colloquio con il Floriterapeuta, sia esso di persona, telefonico o attraverso la posta elettronica, è un fluido incontro comunicativo relazionale con il paziente, che è stato portato dalle sue emozioni disarmonizzate a chiedere aiuto per migliorare la qualità della propria vita. Il colloquio mira alla comprensione intuitiva ed empatica dei significati emergenti del rapporto, non definitoria né definitiva, ma processuale, e si concentra su aspetti focali prevalenti. Il colloquio comporta attesa e tolleranza. Rispetta e protegge l’individualità del paziente, senza imporre; favorisce il processo di crescita; valorizza gli aspetti positivi del paziente; approfondisce gli stati d'animo attuali.
Alcuni rimedi floreali sono "tipologici", si applicano cioè alla costituzione e allo specifico temperamento della persona. Altri invece si prescrivono in situazioni di disagio provvisorio, a seconda delle variazioni dell’umore e delle emozioni di un determinato momento. Occorre perciò essere attenti alla elasticità degli stati d’animo che possono cambiare frequentemente, imparare a scavare con delicatezza tra le pieghe dei propri sentimenti. Bisogna però evitare di cadere nella tentazione di auto-medicarsi quando non si è pienamente consapevoli di sé; la scelta errata dei rimedi floreali può condurre a risultati deludenti e a giudizi errati e ingiusti sulla terapia stessa. Ricordiamo per ultimo che chi mente a se stesso in un certo senso nega la guarigione e cronicizza le proprie tendenze caratteriali negative. La diagnostica dunque, poiché i rimedi di Bach si rivolgono agli stadi mentali, è piuttosto fine, richiede colloqui di oltre un’ora da parte del floriterapeuta che, su basi medico-cliniche e del colloquio con risvolti psicologici, armato di sensibilità, apertura ed abilità tecnica nell'andare oltre le parole, guiderà il paziente a conoscersi in modo autentico, a rendere più consapevoli i suoi difetti, a ricercare ciò che crea disagi e tensioni nella vita intima e nel comportamento verso i propri simili e verso se stesso. L’esperto, operando con tutta la dedizione possibile, offrirà al paziente un’atmosfera di assoluta fiducia e lo coinvolgerà nel processo diagnostico, aiutandolo ad interpretare istinti, emozioni e pensieri, individuando le emozioni e le condizioni mentali negative che stanno a monte dei disturbi organici e che aprono la porta all’infermità, aiutandolo a riconoscere il suo stato o la sua malattia come parte legittima della personalità, a capirne il significato e ad assumersene interiormente la responsabilità, senza condannare. E accompagna il paziente durante la crisi di consapevolezza.

Il Cambiamento - Si deve aspirare coscientemente a un cambiamento, allo sviluppo della personalità. Il metodo si ispira al messaggio: "sii te stesso, diventa chi sei". L'obiettivo è quello di superare i blocchi spirituali per ristabilire la comunicazione con la parola anima, altrimenti detta IO SUPERIORE, scintilla divina o medico interiore, attraverso: la riarmonizzazione degli schemi di comportamento negativi, per esempio passando dall'irritabilità alla pazienza, allo scopo di ottenere la riattivazione delle capacità di autoguarigione psichiche e fisiche, in base al principio "guarisci te stesso".

“Quando la persona giusta usa i mezzi sbagliati, questi agiscono in modo giusto; quando la persona sbagliata usa i mezzi giusti, questi agiscono in modo sbagliato” (proverbio cinese).
 
Ogni uomo ha 3 rappresentazioni, corrispondenti a:
a) come si crede
b) come lo vede l’altro
c) com’è realmente.
 
“Chi non percepisce nulla del proprio stato interiore, ma vede tutto solo in maniera realistica, è malato come uno psicotico che vede solo l’esperienza interiore” (Erich Fromm).
 
Scopi del primo colloquio in floriterapia di Bach
Conoscere il paziente. Farsi conoscere dal paziente. Decidere se prendere o meno in terapia il paziente. Formulare delle ipotesi sul lavoro terapeutico. Acquisire elementi per la strutturazione del setting. Individuare i fiori di Bach da prescrivere. Portare la relazione terapeuta-paziente ad un livello adulto-adulto.
 
Obiettivi dell'interpretazione e della riformulazione:
Rendere esplicito il messaggio del paziente, approfondendolo nelle sue parti ambigue o mancanti; facilitare il processo di autoesplorazione da parte del paziente; aiutarlo a esprimere direttamente le proprie emozioni; confermare l’accuratezza delle sue percezioni.
 
 

RIMEDI TIPOLOGICI E RIMEDI COMPLEMENTARI
  
L’individuazione dei rimedi “tipologici” ovvero “costituzionali”, cioè che corrispondono alla struttura del carattere di una persona, porterà a gerarchizzare le priorità e a scegliere quei fiori che riguardano il paziente in modo profondo e cronico. Una stessa persona può essere ben rappresentata da 3 o 4 rimedi costituzionali, anche se può presentare tutti e 38 i fiori, alternativamente e con intensità variabile, come stato transitorio. In realtà i 38 fiori sono presenti in tutti noi, anche se, per diversi motivi, alcuni restano silenti mentre altri si mostrano. Per noi i fiori costituzionali saranno quindi quelli la cui complessità psichica dominerà l’intero stato disarmonico. Andranno sempre pressi in cocktail.
 
L’individuazione dei rimedi “complementari”, cioè relativi a stati d’animo negativi transitori, che non formano parte del carattere, ma sono correlati a situazioni contingenti, va fatta attraverso domande mirate. La “piccola prescrizione” si fa prescrivendo i Fiori in base a sintomi semplici ed evidenti: stanchezza per eccesso di lavoro, depressione per lutto improvviso, stress da esame, ecc. Possono essere prescritti nel cocktail, o direttamente dallo stock bottle nei casi acuti, e se il fiore è stato scelto bene, l’effetto si sente dopo poche ore.
 
 

 
“Ciò che comunemente intendiamo per “comprendere” coincide con “semplificare”: senza una profonda semplificazione, il mondo intorno a noi sarebbe un groviglio infinito e indefinito, che sfiderebbe la nostra capacità di orientarci e di decidere le nostre azioni. Siamo insomma costretti a ridurre il conoscibile a schema: a questo scopo tendono i mirabili strumenti che ci siamo costruiti nel corso dell’evoluzione e che sono specifici del genere umano, il linguaggio e il pensiero concettuale. …. Questo desiderio di semplificazione è giustificato, la semplificazione non sempre lo è. E’ un’ipotesi di lavoro, utile in quanto sia riconosciuta come tale e non scambiata per la realtà.
(Primo Levi: “I sommersi e i salvati”, Einaudi, 1993, Torino, pag. 24 e 25).

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Scriveva Nora Weeks nella biografia di Edward Bach: "…restare al fianco del paziente e osservare. Osservare come reagiva alla malattia, come questa reazione incideva sulla malattia stessa. A poco a poco si rese conto che uno stesso trattamento non sempre curava la stessa malattia, che rimedi che curavano un paziente non agivano allo stesso modo su altri, che pazienti simili per temperamento rispondevano allo stesso rimedio, arrivando finalmente alla conclusione che la personalità dell’individuo aveva più importanza del corpo nel trattamento della malattia. La personalità del paziente, l’essere umano che soffre, diede a Bach l’indicazione chiave del trattamento richiesto. La visione che il paziente aveva della vita, le sue emozioni, i suoi sentimenti, furono per Bach punti di prima importanza nel trattamento della malattia fisica".

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