Le  ALLERGIE  Difendersi dalle allergie

Le allergie possono essere determinata da diversi allergeni e, oltre ad essere un rilevante problema di sanità pubblica, sono anche fortemente rappresentate tra le malattie sviluppate in ambito lavorativo.
Il termine "allergia professionale" significa semplicemente che l'organismo umano incontra la causa scatenante dell'allergia in un ambiente di lavoro e vi è esposto con la frequenza condizionata dai tempi di lavorazione.

La diffusione delle allergie professionali- caratterizzate soprattutto da asma, dermatiti, rinite, orticaria e angioedema - origina dall'evoluzione delle tecnologie produttive e sono circa 280 le sostanze capaci di indurre allergia.
Gli allergeni presenti negli ambienti di lavoro sono molto numerosi e possono essere distinti in allergeni di origine animale (acari, forfore animali, larve), di origine vegetale (farine, fibre tessili, lattice, pollini, semi), derivanti da funghi e batteri (antibiotici, enzimi) e chimici (farmaci, coloranti, ecc).
I lavoratori sono esposti agli allergeni principalmente attraverso la via inalatoria o per contatto. E’ opportuno che vengano sempre adottate delle regole preventive per ridurre al minimo il rischio di esposizione agli allergeni potenzialmente presenti negli ambienti lavorativi, facendo uso, quando possibile, di specifiche misure preventive.

L’allergia non va mai in vacanza…

Chi pensa di poter stare lontano dal rischio allergie in inverno si sbaglia di grosso. Non sono solo i pollini i potenziali responsabili di crisi allergiche e ciò appare evidente soprattutto nei mesi invernali quando le piante sono “in letargo”. Alimenti, farmaci, lattice e gli acari prodotti dall’umidità e negli ambienti chiusi sono i nemici da combattere per evitare naso irritato, occhi che lacrimano e difficoltà respiratorie.  

Le allergie sono, ormai, una vera e propria ‘epidemia’ la cui incidenza aumenta sempre più di anno in anno e sembrano destinate a trasformarsi nelle malattie del futuro: lo conferma anche uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. Il ricercatore Hywel Williams, a capo dell’equipe di medici che ha studiato il fenomeno, ha spiegato che a subire questo aumento saranno soprattutto i paesi in via di sviluppo e a rapida crescita demografica. I risultati della ricerca hanno evidenziato che negli ultimi dieci anni sono aumentati i casi di eczema infantile, e la causa principale sarebbe da ricercare proprio nei cambiamenti climatici e nell’ambiente. Ad essere coinvolti sono stati trecentomila bambini tra i tredici e i quattordici anni (provenienti da 55 paesi differenti) e centonovantamila tra i sei e i sette anni (provenienti da 35 paesi): è, così, emersa una diminuzione dei casi di eczema in Inghilterra, Irlanda e Germania, mentre un sensibile aumento dei casi si è registrato in paesi come l’Algeria, il Messico e il Cile.

Ma a bilanciare le previsioni catastrofiche relative agli aumenti dei casi di allergia arriva una recente notizia che farà tirare un sospiro di sollievo a chi soffre di allergie ai peli dei gatti. Dopo quattro anni di esperimenti i ricercatori dell’Istituto Svizzero di Ricerca sulle Allergie e l’Asma (SIAF) hanno messo a punto un vaccino contro l’allergia al pelo del gatto composto da molecole di proteine, che hanno un effetto cento volte più efficace rispetto alle terapie abituali.

Come nascono le allergie

A volte il sistema immunitario – che di norma ci protegge dagli agenti patogeni esterni (batteri, virus, sostanze tossiche) – si attiva contro sostanze ed organismi non pericolosi (allergeni o agenti allergici) dando inizio ad un'allergia.

Allergie professionali

La diffusione delle allergopatie professionali origina dall'evoluzione tecnologica produttiva ed il modo di trattarle è una conquista della Medicina del Lavoro degli ultimi trent'anni.
Su scala mondiale sono circa 280 le sostanze "professionali" capaci di indurre una patologia allergica caratterizzata soprattutto da asma e dermatiti, ma anche da rinite, orticaria ed angioedema.

Il termine "professionale" significa semplicemente che l'organismo umano incontra la causa scatenante dell'allergia in un ambiente di lavoro con le caratteristiche determinate dal modo di disperdersi di quella sostanza (polveri, vapori, contatti), con la frequenza condizionata dai tempi di lavorazione.

La sensibilizzazione allergica può essere determinata da polveri vegetali, derivati animali, insetti, composti chimici complessi e composti chimici semplici.

La patologia da più tempo conosciuta è l'allergia a farine di cereali (la malattia dei panificatori).
Quella più recente è l'allergia al latice dei manufatti in gomma; quella più curiosa in agricoltura è l'allergia all'aglio.

La diagnosi di una allergopatia da ambiente da lavoro è complessa, soprattutto per le conoscenze che richiede ed i collegamenti differenziali con la patologia allergica da ambiente di vita.

La desensibilizzazione specifica mediante immunoterapia specifica (ITS) è attualmente praticabile solo per l'allergia alla farina di frumento.

Il trattamento dei casi di allergopatia professionale si avvale di interventi farmacologici, sull'ambiente, sul posto di lavoro, sui comportamenti lavorativi, sulla sostituzione di sostanze, sulle protezioni personali e ambientali.

Non sempre, però, è possibile recuperare il paziente ad un normale equilibrio di salute. Parecchie patologie professionali allergiche sono tutelate dal sistema assicurativo INAIL in quanto generano invalidità.

Ogni caso diagnosticato deve pertanto costituire punto di partenza di un programma che impegna medico, lavoratore e datore di lavoro in una serie di rapporti non semplici, le cui procedure sono però ora indirizzate secondo il quadro legislativo del DLgs 626/94, come sistema di sviluppo di prevenzione e protezione.

Allergie ambientali

Le malattie allergiche hanno in comune una abnorme reattività immunologia dell'organismo verso sostanze, definite allergeni, innocue per i soggetti normali.

Una volta inalato l'allergene determina manifestazioni a carico soprattutto dell'apparato respiratorio: rinite e asma bronchiale.

Se la predisposizione genetica è fondamentale per lo sviluppo delle manifestazioni cliniche, è però l'esposizione ambientale che determina l'emergere di tali affezioni.

Tra i fattori ambientali coinvolti nell'aumento dei casi soprattutto di asma, che si sta registrando negli ultimi anni, un ruolo importante viene ricoperto dagli "Allergeni Indoor".

Posizione di primo piano, comunque, è sempre mantenuta dagli allergeni aerodispersi che provengono dai pollini delle piante, responsabili della Pollinosi.

Non rara causa di allergia respiratoria sono anche le Muffe o Micofiti.

Allergeni Indoor

L'attuale stile di vita dell'uomo nei Paesi occidentali è caratterizzato dalla permanenza per tempi prolungati in ambienti interni (indoor).

Inoltre le costruzioni moderne, per motivi di maggiore comfort e risparmio energetico, presentano caratteristiche che facilitano l'accumulo delle polveri allergeniche ed il ristagno di inquinanti ambientali (fumo di sigaretta, sistemi di climatizzazione, prodotti per l'igiene), che determinano un effetto irritante sulle vie aeree facilitando la penetrazione degli allergeni.

Nell'ambito della polvere di abitazione gli allergeni sono rappresentati soprattutto dal materiale di escrezione degli Acari del genere Dermatophagoides.

Altri importanti allergeni presenti nella polvere domestica sono i derivati epidermici di animali.

Un certo interesse allergologico hanno anche alcuni Miceti, come l'Aspergillus ed il Penicillum, che attecchiscono nelle carte da parati e nei condizionatori d'aria, e alcuni tipi di Scarafaggi.

Un buon indicatore del rischio allergico nelle abitazioni ed in particolare nelle camere da letto è il dosaggio in laboratorio della contaminazione da allergeni nelle polveri aspirate nei locali stessi. Si può effettuare su campioni di polveri raccolte con modalità e istruzioni semplici.

Una volta individuato in un soggetto lo stato allergico o atopico, mediante l'esecuzione dei tests cutanei ed il dosaggio delle Immunoglobuline E totali e specifiche, si deve attuare una attenta profilassi ambientale anti-allergene, riducendo l'impiego di tappeti e moquettes, materassi e cuscini di lana, tendaggi, parati, peluche ed animali domestici.

Quindi si prenderà in considerazione un'opportuna terapia medica e l'eventuale Trattamento Desensibilizzante Specifico mediante vaccini allergenici (Immunoterapia Specifica).

Pollinosi

Col termine pollinosi ci si riferisce ad una malattia allergica stagionale (cioè presente nel periodo dell'anno in cui circola nell'atmosfera il polline responsabile).

Le persone sensibilizzate ad uno o più pollini presentano, nel periodo in cui è presente il polline nell'aria, problemi che vanno dalla congiuntivite (arrossamento degli occhi, lacrimazione e prurito), alla rinite (starnuti, rinorrea acquosa e ostruzione nasale), fino ad arrivare all'asma (tosse, difficoltà di respiro e broncospasmo).

Non tutte le piante o le erbe, fiorendo, possono provocare reazioni allergiche ma solamente quelle che utilizzano una impollinazione di tipo anemofilo, legata alla capacità del granulo pollinico (estremamente leggero) di essere trasportato dal vento e di rimanere così a lungo in sospensione nell'aria.

In aggiunta alle manifestazioni classiche esiste anche la Sindrome Allergica Orale (SAO), che si manifesta con prurito e gonfiore alle labbra ed in bocca dopo avere mangiato alcuni tipi di frutta e verdura che presentano allergeni in comune con i pollini.

Tra le crociature più comuni da ricordare:

  • Graminacee con pomodoro, Kiwi, agrumi, melone e anguria;
  • Betulle con carota, finocchio, frutta secca, mela, pera, pesca e ciliegia;
  • Parietaria con basilico, melone e ciliegia;
  • Artemisia con carota, finocchio, sedano, prezzemolo, banana e castagna.

Per potere formulare una diagnosi precisa la persona deve essere sottoposta a test cutanei e dosaggio delle IgE circolanti.

Importante poi una valutazione della funzionalità respiratoria, soprattutto nel periodo in cui il disturbo è massimo, ai fini di individuare precocemente segnali di bronco-ostruzione.

La terapia prevede l'impiego di farmaci per uso locale o sistemico (da assumersi nel periodo in cui sono presenti i sintomi), ed eventualmente una immunoterapia specifica (vaccinoterapia), che va iniziata prima del periodo di fioritura.

Allergia ai pollini

Ogni anno, nel periodo che va da marzo ad ottobre circa, milioni di italiani soffrono di un'allergia fastidiosa, quella ai pollini. Si tratta di piccole particelle rilasciate nell'aria dalle piante, che giungono, attraverso l'aria inspirata, al naso e alla gola dei tanti allergici, scatenando la rinite allergica.
Purtroppo, a differenza degli altri allergeni, il polline è tra gli allergeni più difficili da evitare, a meno che non si resti chiusi in casa per gran parte dell'anno.

Cos'è il polline

Il polline è il mezzo con cui le piante si riproducono. Queste particelle vengono rilasciate nell'aria affinché si depositino su altre piante, nel terreno o sulla pianta stessa che li rilascia per avviare il processo di riproduzione.
I pollini che più facilmente scatenano reazioni allergiche sono quelli appartenenti a piante senza fiori; spesso questi pollini si ritrovano a chilometri e chilometri di distanza dalla pianta che li ha prodotti e per questo, è chiaro, è molto difficile cercare di evitarne il contatto.

Il bollettino dei pollini

L'allergia ai pollini ha, ovviamente, un andamento stagionale, poiché ogni pianta ha il suo periodo di produzione.
Il bollettino dei pollini può aiutare i soggetti allergici, conoscendo l'allergene che scatena le crisi, ad evitare quanto più è possibile l'esposizione all'agente allergico.
In Italia la stagione di produzione dei pollini comprende nella massima parte i mesi da marzo ad ottobre, con un'alternanza nella presenza dei diversi pollini.

Le tabelle che seguono possono essere d'aiuto per tenere sotto controllo l'andamento delle allergie ai pollini.
 

NORD
  graminacee betullacee oleacee platanacee
Gennaio 0 0 0 0
Febbraio 0 0 0 0
Marzo 0 1 0 0
Aprile 1 - 2 2 - 3 1 2 - 3
Maggio 3 3 4 2
Giugno 4 0 4 0
Luglio 1 - 2 0 4 0
Agosto 1 - 2 0 0 0
Settembre 2 0 0 0
Ottobre 1 0 0 0
Novembre 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0

 

NORD
  urticacee fagacee salicacee composite
Gennaio 0 0 0 0
Febbraio 0 0 1 0
Marzo 0 2 3 0
Aprile 0 3 - 4 1 0
Maggio 1 - 2 1 0 0
Giugno 2 - 3 0 0 0
Luglio 4 0 0 1 - 2
Agosto 3 0 0 3
Settembre 1 - 2 0 0 2
Ottobre 0 0 0 1
Novembre 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0


 

CENTRO
  graminacee betullacee oleacee platanacee
Gennaio 0 0 0 0
Febbraio 1 1 0 0
Marzo 2 2 - 3 1 1 - 2
Aprile 3 - 4 4 2 - 3 3
Maggio 4 3 4 1
Giugno 3 - 4 1 3 0
Luglio 2 0 1 - 2 0
Agosto 1 0 0 0
Settembre 0 0 0 0
Ottobre 0 0 0 0
Novembre 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0

 

CENTRO
  urticacee fagacee salicacee composite
Gennaio 0 0 0 0
Febbraio 1 - 2 0 1 0
Marzo 3 1 2 0
Aprile 4 3 3 0
Maggio 4 4 0 0
Giugno 4 2 0 0
Luglio 4 0 0 1 - 2
Agosto 2 0 0 4
Settembre 2 - 3 0 0 3
Ottobre 2 - 3 0 0 1 - 2
Novembre 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0

 

SUD
  graminacee betullacee oleacee platanacee
Gennaio 0 1 - 2 0 0
Febbraio 0 3 0 1
Marzo 1 - 2 2 - 3 0 2
Aprile 3 - 4 0 1 2
Maggio 3 0 2 - 3 1
Giugno 3 0 4 0
Luglio 2 - 3 0 2 - 3 0
Agosto 1 0 1 0
Settembre 1 0 0 0
Ottobre 1 0 0 0
Novembre 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0

 

SUD
  urticacee fagacee salicacee composite
Gennaio 1 0 0 0
Febbraio 2 - 3 0 1 0
Marzo 4 1 2 0
Aprile 4 3 1 0
Maggio 4 2 0 0
Giugno 4 1 0 0
Luglio 3 - 4 0 0 0
Agosto 1 0 0 2 - 3
Settembre 2 - 3 0 0 3
Ottobre 2 0 0 1 - 2
Novembre 1 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0


Legenda
0: presenza nulla
1: presenza minima
2: presenza moderata
3: presenza forte
4: presenza fortissima
 

Muffe o Micofiti

Le muffe (o micofiti) attraverso le loro spore sono causa non rara di allergia respiratoria, sia nella sua forma IgE-mediata che in quella, più complessa, delle cosiddette micosi broncopolmonari allergiche.

Le cause più comuni della patologia allergica vera sono Alternaria e Cladosporium, forme fungine che crescono soprattutto sulle pagine fogliari delle Angiosperme (flora filloplana). Le loro spore vengono emesse in coincidenza con l'acme della vegetazione delle piante-ospiti (fine primavera-inizio estate).

Le spore di Alternaria sono state più volte chiamate in causa come agenti di crisi asmatiche acute e gravi dell'estate e del primo autunno.

Le muffe, però, colonizzando l'albero respiratorio, possono dare luogo a delle alveoliti in cui la risposta IgE è soltanto uno dei meccanismi. In tali forme il primo fungo ad essere chiamato in causa (1952) è stato l'Aspergillus fumigatus, ancora oggi il più comune agente causale di questa patologia.

Un certo interesse al proposito hanno anche altre forme fungine, sia del genere Aspergillus (A. niger, flavus, terreus), sia di altri generi, tra i quali Penicillum, Candida, Mucor, Helmintosporium, Rhizopus.

Da ricordare anche la possibilità, dovuta all'inalazione massiccia di spore fungine che si può determinare in certe professioni (formaggiai, fabbricanti di tappi di sughero, ecc.), di sviluppare fenomeni di broncopolmonite da ipersensibilità.

Quindi si prenderà in considerazione un'opportuna terapia medica e l'eventuale Trattamento Desensibilizzante Specifico mediante vaccini allergenici (Immunoterapia Specifica).

Allergie a muffe, acari ed animali domestici

Le muffe

Sono una delle cause di rinite stagionale, insieme ai pollini. Si tratta di piccole spore che, proprio per le loro ridotte dimensioni, riescono a travalicare le naturali difese dell'organismo, rappresentate dai filtri nasali, e quindi ad entrare fin nei polmoni. In alcuni soggetti allergici, l'allergia alle muffe può essere peggiorata dall'ingestione di determinati alimenti.

La muffa si trova facilmente negli ambienti umidi: nei giardini, per esempio, nelle stanze da bagno, ma anche nelle piante o nei filtri del condizionatore di casa. Un bollettino delle muffe potrebbe essere utile, un po' come quello che si redige per i pollini.
Il problema che lo rende inutilizzabile è che le muffe variano troppo velocemente rispetto ai pollini, talvolta addirittura entro le 24 ore. Inoltre i cambiamenti di temperatura e di clima incidono enormemente sulla loro presenza: per esempio, la pioggia porta via la maggior parte delle muffe più grandi, ma mette in circolo quelle più piccole, cioè proprio quelle che più facilmente provocano allergia.

La polvere e gli acari

Anche la polvere di casa può rappresentare un nemico per chi soffre di allergia.
Questa è formata da diverse particelle: fibre, scaglie di pelle umana, pelo animale (se si tiene in casa un cane, un gatto o altri animali), batteri e soprattutto acari. Sono queste microscopiche creature appartenenti al genere dei ragni che provocano le reazioni allergiche. La presenza degli acari della polvere non è comunque indice di sporcizia; se ne trovano anche nelle case più pulite e non è facile, anzi è impossibile, disfarsi completamente di loro. Essi sono presenti soprattutto nei cuscini, nei materassi, nei tappeti, nei pupazzi di peluche e in tutti quegli ambienti in cui fa molto caldo e l'umidità è tra il 70 e l'80%, l'ambiente ideale per la loro riproduzione.

Capire anche da soli che si è allergici alla polvere di casa è abbastanza semplice, ma la conferma viene sempre da un consulto presso uno specialista allergologo o immunologo.
I test che lo specialista effettua per scoprire l'allergene che scatena la reazione possono essere cutanei o del sangue. I primi mirano ad evidenziare, tra gli altri, l'allergene che provoca la crisi grazie all'arrossamento del punto in cui l'allergene è stato iniettato. L'esame del sangue mira invece a scoprire se in circolo c'è stato un innalzamento delle IgE, che sono le immunoglobuline che si sviluppano quando si verifica una reazione allergica.

Chiaramente, la migliore soluzione per combattere l'allergia alla polvere di casa sarebbe evitare il contatto con le particelle che la compongono e, soprattutto, con gli acari. Poiché non si può eliminarli del tutto, la prevenzione, e trattamento allo stesso tempo, si fonda sostanzialmente sulla riduzione della loro presenza in casa. Innanzitutto se i soggetti allergici non possono delegare ad altri le faccende domestiche è bene che utilizzino una mascherina che li protegga dalla polvere durante le pulizie. Inoltre, per limitare al minimo la presenza di acari entro le quattro mura domestiche, è senz'altro d'aiuto utilizzare materiali sintetici non allergici per la stanza da letto (anche per le tende, che assorbono molta polvere), la stanza in cui gli acari si concentrano maggiormente.
Può anche essere d'aiuto installare un condizionatore ed un deumidificatore che mantengano la temperatura delle stanze sempre costante: né troppo calda, né troppo umida.
I tappeti sono un altro ricettacolo di acari; se è possibile, è meglio rinunciare ad essi, almeno nella stanza da letto, ed abolire la moquette.
Un occhio attento anche al mobilio: sempre meglio poltrone e divani in legno e pelle, anziché di tessuto, e librerie chiuse, anziché mensole, poiché i libri ed i soprammobili attirano grandi quantità di polvere.

Gli animali domestici

Tenere un animale in casa può essere di grande compagnia per le persone sole e rappresentare un efficace metodo di responsabilizzazione per i bambini.
In Italia sono moltissime le famiglie che hanno un cane, un gatto, un uccellino in casa e qualcuna anche più di uno o uno di più specie. Purtroppo non sempre avere un animale in casa può essere d'aiuto; anzi, spesso può provocare reazioni allergiche nei conviventi a causa dell'inalazione dei loro peli o del contatto con saliva e urine (quando gli si dà da mangiare o quando si pulisce la lettiera, per esempio).
L'animale ideale per un soggetto allergico è sicuramente quello con poco pelo; per esempio si potrebbe pensare ad un acquario, anche se poi l'umidità potrebbe comunque provocare muffe. Sebbene si possa credere che l'allontanamento dell'animale per qualche giorno possa essere una prova sufficiente a stabilire se il soggetto è allergico oppure no, questo test fatto in casa ha scarso valore, poiché ci vogliono almeno 20 settimane perché gli allergeni lasciati da un animale domestico scompaiano ed i livelli siano identici a quelli delle famiglie senza animali in casa.

Il colloquio con il paziente affetto da allergia agli animali domestici è quanto mai complicato; questo soggetto, infatti, proprio per l'affetto e la condizione psicologica che lo lega al proprio animale, non ammetterà mai che è il suo cane o il suo gatto a provocargli la reazione allergica, anche per un problema di eventuale separazione che ne potrebbe scaturire. Quindi la diagnosi di allergia agli animali domestici va posta sostanzialmente facendo affidamento ai test cutanei o agli esami del sangue, sebbene una conferma definitiva possa venire soltanto dalla separazione del soggetto allergico dal suo animale.

L'unico trattamento veramente efficace ed immediato, come più volte ripetuto, sarebbe quello di allontanare il cane, il gatto, l'uccellino o altro dalla casa in cui vive un soggetto allergico.
Se questo non è possibile, bisogna almeno tenerlo fuori casa (per esempio in giardino, se ce ne è uno) o al massimo fuori dalla stanza da letto e magari limitare la sua presenza ad una sola stanza. I condizionatori installati in casa, inoltre, devono avere un filtro particolare che riesca a trattenere anche la particelle più piccole, altrimenti si avrà il solo risultato, maggiormente negativo, di diffondere l'allergene in tutte le stanze. Anche gli accessori dell'animale vanno tenuti lontano dal soggetto allergico (è bene ricordare che l'allergene si trova non solo nel pelo, ma anche nella saliva e nelle urine di gatti, cani e uccelli).
Se le crisi si aggravano sia in quantità che in grado di severità, l'allontanamento dell'animale è obbligatorio se non si vuole rischiare una insufficienza respiratoria.

Un soggetto allergico che va a far visita a persone che hanno un animale in casa deve essere preparato a questo incontro. Lo specialista saprà consigliargli dei farmaci appropriati da assumere prima della visita (antistaminici, decongestionanti, broncodilatatori).

Un'altra soluzione è rappresentata dall'immunoterapia. Iniezioni progressive dell'allergene nel paziente, nell'arco di circa tre anni, possono indurre il sistema immunitario a non riconoscere più quella sostanza come estranea e quindi a non scatenare un'eccessiva risposta immunitaria. Il miglioramento dei sintomi può essere avvertito però già dopo circa 6 mesi dall'inizio della terapia. Chiaramente, per il rischio di un eventuale shock anafilattico, la terapia va effettuata sotto stretto controllo di uno specialista immunologo o allergologo.

Una casa a prova di polvere

Nonostante i tanti ritrovati per l'eliminazione della polvere, sarà sempre impossibile liberarsi del tutto di essa.

La polvere di casa è formata da vari elementi, tra cui acari, frammenti di pelle morta, batteri, peli degli animali domestici (se ne avete in casa), pezzetti di cibo, residui di insetti ed altro ancora. Ed è proprio questa polvere a causare la maggior parte delle allergie che si presentano, fastidiosissime, tra le quattro mura di casa. È facile riconoscerla: occhi arrossati, prurito al naso, gli starnuti inevitabili che seguono sono i sintomi inequivocabili dell'allergia alla polvere.

L'allergia viene scatenata da cellule dette mastociti, che, entrate in contatto con gli allergeni, liberano istamina nell'organismo; l'istamina, a sua volta, agisce sulle terminazioni nervose e sui muchi presenti nell'apparato respiratorio, scatenando la crisi allergica. Questo tipo di allergia, come tutti gli altri tipi, può essere congenito o acquisito; in quest'ultimo caso, è spesso un'alta concentrazione di allergeni nell'aria di casa che stimola continuamente l'organismo e lo rende ipersensibile a questi elementi. Può capitare che l'allergia, in presenza di una concentrazione di allergeni maggiore del solito, possa degenerare in crisi asmatica; in questo caso, il pericolo di fame d'aria rende necessario un intervento immediato per bloccare l'apnea.

L'allergia più comune è quella agli acari, insetti microscopici che si trovano dappertutto in casa: nei tappeti, nei materassi, nei cuscini, nella moquette, ... Sono in verità le loro feci che, respirate, scatenano le crisi allergiche e causano riniti ed asma.

Gli acari si nutrono della pelle morta che ciascuno di noi perde ogni giorno, si moltiplicano in un clima che varia tra i 15 ed i 30 gradi centigradi, ad umidità tra 60% e 80%, con rapidità eccezionale, e si accumulano proprio nella polvere.

Cosa fare?

Cosa si può fare, allora, per contrastare questi effetti negativi degli acari sulla nostra salute?

Va premesso che è impossibile disfarsi completamente degli acari, però si può cercare di ridurre la loro concentrazione tra le mura domestiche.

Innanzitutto si può cercare di eliminare, o almeno limitare, la presenza di quegli oggetti che favoriscono l'accumulo degli acari, come i tappeti, i pupazzi di peluche e la moquette; in seconda istanza, si possono utilizzare tende prodotte con materiale sintetico da lavare molto spesso; anche aprire la finestra più volte durante la giornata può aiutare, perché abbassa l'umidità che si concentra in casa.

Per quanto riguarda la pulizia è meglio utilizzare una mascherina durante le faccende di casa, aspirapolvere di ultima generazione, con filtro ad acqua anziché a sacchetto, che impediscono la rimessa in circolo della polvere, e panni umidi o antistatici per togliere la polvere dai mobili che assicurino una pulizia più profonda.

Tratto da www.paginemediche.it

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