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Ormai la maggior parte delle persone la recepisce come una crociata, ma in realtà le leggi, le Pubblicità Progresso e le martellanti campagne contro il fumo sono soltanto alcuni aspetti di un senso civico che ognuno di noi dovrebbe possedere.
I produttori, le tabaccherie e i fumatori la considerano una caccia alle streghe nei loro confronti; i non fumatori, sostenuti dalle varie associazioni contro il fumo e, in primo luogo, dal Ministero della Salute, la vedono in maniera diversa: proteggere e proteggersi dal fumo, attivo o passivo che sia, è un diritto di ogni essere umano.
Se in precedenza non si conoscevano i danni sistemici provocati dal fumo delle sigarette, e quindi si poteva parlare solo di “fastidio”, ora che invece i danni sono più che evidenti, chi sceglie di non fumare va tutelato fino in fondo perché non è più una scelta di stile di vita bensì di salute propria.

I danni da fumo
I danni che il fumo provoca sono molteplici ed intaccano più apparati, tra i quali quello respiratorio e circolatorio fanno le spese maggiori. Il fumo infatti provoca infiammazioni polmonari, distruzione progressiva del parenchima polmonare (che può portare, in ultimo stadio, ad enfisema), asma, BPCO e carcinoma polmonare. Per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare, il fumo provoca una accentuata aggregabilità delle piastrine causando coaguli, aumento della pressione arteriosa a causa della nicotina presente nel circolo sanguigno, vulnerabilità ventricolare. In gravidanza può provocare calo ponderale del feto, morte perinatale, apnee centrali e maggiore vulnerabilità dell’apparato respiratorio del bambino. Inoltre, il fumo provoca tumori ed alterazioni cellulari in qualsiasi organo. Infine, invecchia la pelle, rendendola rugosa e grigiastra.

Le iniziative e la legislazione
Numerose sono state, nel corso degli anni, le iniziative, le campagne e gli spot per indurre a smettere di fumare o, anche meglio, a non cominciare mai. Nella memoria collettiva probabilmente è rimasto lo slogan di parecchi anni fa che diceva: “Chi fuma uccide anche te. Digli di smettere.” che, scherzosamente, ha avuto parecchie varianti canzonatorie. La realtà, però, è che, nonostante sia stato uno slogan d’effetto, non è riuscito a “spegnere” la voglia di fumare. Questo perché, sebbene il fumo sembri semplicemente un vizio, in realtà è una vera e propria tossicodipendenza: difficile allontanarsene, ma non impossibile. Ancora oggi, le campagne pubblicitarie del Ministero della Salute cercano di far capire ai fumatori e agli aspiranti tali quanti e quali siano gli effetti dannosi del fumo sulla nostra salute. L’ultima campagna “Fai la cosa giusta” è stata lanciata nello scorso aprile 2004. Un’altra iniziativa è stata quella di imporre ai produttori di sigarette di scrivere sui pacchetti frasi del tipo “Il fumo uccide” oppure “Il fumo provoca tumori” a caratteri grossi e neri, ma, nonostante tutto, i fumatori non si arrendono.

Intanto, si è cercato di arginare il problema con apposite leggi. La legge 584/1975 è stata la prima in questo senso; essa sanciva il divieto di fumare in alcuni luoghi prestabiliti, quali corsie degli ospedali, aule scolastiche, servizi di trasporto pubblico, nei cinema e nei teatri. Questo divieto si è esteso ai vagoni del trasporto ferroviario con il D.P.R. 11 luglio 1980, n. 753.
Il DPCM 14/12/1995 sancisce che è fatto divieto di fumo anche nei locali di enti pubblici o privati ai quali ci sia il pubblico accesso; questo divieto dovrà essere esplicitato con l’apposizione di cartelli specifici sulle pareti dei locali. Nel DL 19-7-1999 il Monopolio di Stato fissa dei limiti al contenuto di nicotina e condensato per ciascuno marca di sigarette esistente in Italia, rifacendosi alla Direttiva Europea 89/622/CEE. Finalmente, con il DP 23/12/2003 si comincia a parlare della tutela dei non fumatori. I locali pubblici devono avere sale apposite per i fumatori, con un sistema di aerazione adeguato; i non fumatori non devono essere costretti a passare nella sale fumatori per poter arrivare alle zone a loro destinate e queste sale devono essere adeguatamente chiuse con un sistema di chiusura automatica. In caso di non adeguamento, devono esserci dei cartelli di divieto di fumo. L’importanza di queste campagne, iniziative e leggi è quella di raggiungere i più giovani perché non inizino a fumare. Purtroppo, il fumo è un mezzo per sentirsi grandi, che, senza esserne veramente coscienti, dà immediatamente assuefazione. Anche la legge sulla proibizione di vendita di sigarette ai minori di 16 anni ha questo principale scopo di non permettere loro di accedere al pacchetto di sigarette. Poiché questo divieto veniva però aggirato con i distributori automatici, dal 1° gennaio 2004 i distributori automatici dovrebbero essere utilizzabili solo di notte, quando i giovanissimi in teoria dovrebbero essere già a casa. In futuro, servirà la carta d’identità elettronica per dimostrare di avere l’età per fumare.

Il decalogo del Ministero della Salute
Il Ministero della Salute, sempre in prima linea nella lotta contro il fumo, ha stilato un decalogo per smettere:

  1. comunicare ai familiari la propria scelta per essere sostenuti ed incoraggiati;
  2. allontanare da sé tutte le tentazioni (sigarette, posacenere, mozziconi, ecc.);
  3. affrontare con razionalità i disturbi provenienti dall’astinenza;
  4. bere di più per sentirsi pieno;
  5. utilizzare un “surrogato” da tenere in bocca, ad esempio lo stuzzicadenti;
  6. gratificarsi per la resistenza al fumo e farsi un regalo con i soldi risparmiati dall’acquisto delle sigarette;
  7. quando sopravviene la voglia di ricominciare, pensare ai benefici che si sono avuti dall’aver smesso: pelle più elastica, sorriso smagliante, alito pulito, ecc.;
  8. trascorrere più tempo nei luoghi in cui non si può fumare (cinema, teatro, …) ed evitare i luoghi in cui si fuma;
  9. praticare attività fisica o potenziare quella che già si pratica;
  10. mai scoraggiarsi se c’è una ricaduta; l’importante in questi casi è analizzare il motivo.

Fonte: Ministero della Salute