Muore
lentamente chi si rende schiavo delle sue abitudini, chi ripete ogni
giorno un tragitto sempre uguale, chi non cambia marchio, chi non osa
indossare colori nuovi e non parla con chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i punti sulle "i" ad un vortice di emozioni, che
riscattano occhi nell'ebbrezza, sorrisi fra sbadigli, cuori e sentimenti
vacillanti.
Muore lentamente chi non rivolta il tavolo se infelice nel lavoro, chi
non rischia il certo per l'incerto per inseguire un sogno, chi non
sceglie, almeno una volta, la fuga dai consigli sensati.
Muore lentamente chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non si trova buffo.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare.
Muore lentamente, chi passa i giorni lagnandosi della sorte cattiva o
della pioggia incessante.
Muore lentamente, chi abbandona un progetto prima di cominciarlo, chi
non fa domande su cose che ignora, o non risponde su cose che conosce.
Evitiamo la morte a rate, ricordando sempre che a vivere ci vuole sforzo
più grande che a respirare.
Una pazienza vibrante, da sola, fa conquistare splendide felicita'.
Pablo
Neruda - Chile
Un uomo che coltiva il suo giardino,
come voleva Voltaire.
Un uomo che è grato del fatto che sulla Terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del sud giocano una silenziosa partita a
scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone per bene una pagina che magari non è del suo
gradimento.
Una donna ed un uomo che leggono i terzetti finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale che dorme.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che ha ricevuto.
Chi ringrazia il fatto che ci sia Stevenson.
Chi preferisce dare ragione agli altri.
Queste persone, che vengono ignorate, sono quelle che stanno salvando il
mondo.
Jorge Luis Borges - Argentina
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