Il caffè è un
infuso, preparato (quasi sempre) con rapido
passaggio dell'acqua bollente su una miscela di
semi torrefatti della pianta del caffè, macinati
finemente. Il risultato, da un punto di vista
chimico, è una miscela di
-
carboidrati
-
lipidi
-
aminoacidi
-
vitamine
-
alcaloidi:
soprattutto caffeina
-
composti fenolici.
I componenti
significativi dal punto di vista dell'attività
biologica sono:
L'acido clorogenico
: il caffè ne
è una delle fonti più significative. Una tazzina
di caffè (50 ml) ne contiene da 18 a 90 mg. Ha
una potente azione antiossidante, anche se
questa viene un po' persa nei metabolismi
digestivi1
La caffeina
: una tazza di
caffè espresso (50 ml) ne contiene da 50 a 80 mg
2
. La caffeina
è un'antagonista dell'adenosina, un inibitore
del sistema nervoso centrale, ed è quindi
stimolante. Viene rapidamente assorbita e
distribuita in tutte le parti del corpo.
Diterpeni (cafestolo e cafeolo)
: rialzano il
colesterolo LDL. Ma molto dipende da come viene
preparato il caffè. La quantità di cafestolo e
cafeolo del caffè turco, di quello alla
scandinava o alla francese (6-12 mg) e di quello
bollito (quello del pentolino delle nonne…). è
molto alta, mentre è bassa nel caffè filtrato
(il caffè all'americana) 3
, più alta in
percentuale, ma non così significativa vista la
piccola quantità di liquido, nel caffè espresso
(4 mg), minore ancora nel caffè espresso
all'italiana. Molto alta è la quantità dei due
diterpeni quando si masticano direttamente
chicchi di caffè 4
.
I lati positivi
del caffè
Morbo di Parkinson
Diversi studi
significativi hanno dimostrato una significativa
diminuzione del rischio di contrarre il morbo di
Parkinson nei consumatori di caffè: la
diminuzione del rischio
nei successivi
dieci anni
è risultata
del 40% 5
. Lo stesso
studio non ha evidenziato risultati positivi nel
caso di donne che hanno usato estrogeni
postmenopausali 6
. Risultati
positivi analoghi a quelli degli uomini sono
stati messi in luce su donne che non hanno mai
fatto uso di estrogeni postmenopausali
7
.
Il meccanismo
di azione, che concerne la caffeina, anche
assunta isolatamente dal caffè, sembra dovuto al
fatto che la caffeina attiva un antagonista del
recettore A2A dell'adenosina, proteggendo così i
neuroni dopaminergici 8
.
Occorrono ancora
studi per chiarire definitivamente l'azione
della caffeina per la prevenzione del Parkinson,
ma quelli già effettuati indicano una
significativa azione positiva.
Diabete mellito
(tipo 2)
Benché non si conoscano con
precisione i meccanismi di azione, numerosi
studi hanno evidenziato come l'assunzione di
almeno sei tazze al giorno di caffè diminuiscano
il rischio di diabete 2 in modo
significativo
(54% per gli uomini, 29% per le donne)
9 .
Altri studi hanno rilevato una percentuale del
35% in meno in chi beve almeno 6 tazze di caffè
al giorno e del 28% in chi beve tra 4 e 6 tazze
. Entrambe le ricerche sono molto vaste: più di
120 mila persone la prima, 193 mila la seconda.
Malgrado queste indicazioni, i danni provocati
dal caffè nelle quantità indicate, come
ricordiamo sotto, sconsigliano di considerare il
caffè come una buona prevenzione del diabete
mellito
10
.
Cancro del colon
Una serie di
ricerche con metodologia
case-control study
hanno
evidenziato una significativa diminuzione del
rischio di tumore al colon (24% più bassa in chi
beveva 4 o più tazze di caffè al giorno rispetto
a chi non lo beveva) 11
. Ma quando è
stata usata la metodologia del
prospective cohort studies
non è più
risultata un'evidenza significativa
12 . Un
altro studio con la stessa metodologia, negli
USA, ha comunque ritrovato una diminuzione del
rischio del 48% in chi consumava 2 o più tazze
di caffè 13
. Occorrono
ancora ricerche per giungere a chiarire l'azione
del caffè contro il cancro al colon.
Cirrosi e tumore
epatico
Numerose ricerche hanno
evidenziato un significativa diminuzione del
rischio di cirrosi epatica e di morte per
cirrosi in seguito al consumo di caffè. Ricerche
su 120 mila persone in USA, per 8 anni
evidenziano il 22% di rischio in meno per ogni
tazza di caffè bevuta al giorno
14
; su 51 mila persone in Norvegia
per 17 anni evidenziano una diminuzione del 40%
di rischio di morte di cirrosi con il consumo di
almeno 2 tazze di caffè al giorno
15
. In Giappone viene evidenziata
una diminuzione del rischio di carcinoma
epatocellulare del 50% in chi beve almeno una
tazza di caffè rispetto a chi non lo beve
16
. Così anche
alcune ricerche europee, in particolare italiane
17
.
I lati negativi
del caffè
Malattie
cardiovascolari
Disturbi coronarici
: malgrado
alcuni studi case-control che sembrano indicare
un rischio aumentato per chi consuma 5 o più
tazze di caffè al giorno 18
, quasi tutte
le altre ricerche, condotte in vari paesi e su
basi molto larghe non hanno evidenziato alcun
rischio di disturbi coronarici anche in forti
consumatori di caffè 19
. Unica
eccezione uno studio in Norvegia, che metteva in
luce di rischi per il caffè fatto alla
Norvegese, rischi che scompaiono se il caffè
viene filtrato 20
.
Significativi
sono invece i rischi per chi soffre di
ipertensione
. Numerosi
studi mettono in evidenza un significativo
rialzo della pressione sistolica (da 1,2 a 2,4
mm Hg) e diastolica (1,2 mm Hg) nei forti
consumatori di caffè (5 tazze al giorno)
21
. Un rialzo di questo tipo, per quanto limitato,
può aumentare il rischio di infarto (10%) e di
mortalità coronarica (7%) 22
. Un moderato
consumo di caffè (2 o 3 tazzine al giorno) non
interferisce significativamente con
l'ipertensione.
Il caffè non
filtrato (caffè del pentolino, caffè norvegese)
incrementa il colesterolo totale e LDL. Non così
il caffè passato in carta filtro (all'americana
o alla svizzera) 23
: è evidente
che il fattore di rialzo non è la caffeina, ma i
diterpeni (cafestolo e cafeolo). Questi passano
anche nel caffè prodotto all'italiana, in
misura minima nel caffè ristretto da bar, in
misura media nel caffè moka casalingo. Il
consiglio per chi soffre di ipercolesterolemia
di non superare una tazza di caffè casalingo o
due tazze di ristretto da bar. L'alternativa è
di filtrare il caffè con una carta da filtro.
Un elevato consumo
di caffè (4 tazze al giorno) alza anche il
livello dell'omocisteina, che come è risaputo
rappresenta un elevato fattore di rischio per le
malattie cardiocircolatorie. Non vi sono studi
sull'effetto del caffè filtrato, per cui è
ancora da appurare se il rialzo dell'omocisteina
è dovuto alla caffeina o - come è più probabile
- di nuovo ai diterpeni.
Invece non è
risultata nessuna correlazione tra l'assunzione
anche elevata (più di 5 tazze) di caffè e le
aritmie e i rischi di morte associati
24
. E neppure
per i rischi di fibrillazione atriale (una delle
più frequenti aritmie sopraventricolari)
25
Tumori
Non vi è nessuna
evidenza che il caffè sia un fattore di rischio
per i tumori .
Gravidanza
Non vi è
evidenza significativa di rischi nella
gravidanza per un ragionevole consumo di caffè
(2-3 tazze), né per quanto riguarda il rischio
di aborto 26
né per la
crescita ponderale del feto 27
. Il rischio
di aborto può esserci anche con consumo medio di
caffè in presenza di forti nausee e nelle donne
fumatrici
28
.
Durante
l'allattamento superare le 2-3 tazze di caffè al
giorno può causare irritabilità e insonnia nel
bambino 29
Osteoporosi
Gli studi sul
rapporto tra caffè e assorbimento del calcio
sono controversi. Alcuni non danno alcuna
relazione 30
, altri - più
numerosi - indicano una diminuzione
dell'assorbimento del calcio ed un aumento del
rischio di frattura al femore decisamente
significativo, soprattutto per le donne,
31
per alte assunzioni di caffè. Se non si superano
le due tazzine al giorno non è ipotizzabile un
aumento significativo del rischio.
Altro
Una abbondante
assunzione del caffè (più di 4 tazzine
all'italiana) diminuisce l'assorbimento del
ferro: sono i componenti fenolici che inibiscono
l'assorbimento 32
.
Il caffè può
essere (raramente) controindicato dopo
l'assunzione di alcuni cibi, per es. dopo aver
consumato funghi Coprinus.
Infine, il caffè
può interagire con alcuni farmaci: leggere
attentamente le istruzioni accluse ad ogni
farmaco per evitare complicazioni o
malassorbimento.
NOTE